E’ quanto prevedono i manager delle aziende
Il 2006? Un anno di ripresa economica per la maggior parte delle aziende in Europa, almeno secondo i dati raccolti dalla XVIª edizione dell’Ups Europe Business Monitor, nel corso del quale sono stati intervistati 1.450 top manager di sette Paesi europei.
Varia positivamente, infatti, la percentuale dei manager che riferisce una performance in crescita (il 53% contro il 42% del 2005), così come diminuisce anche la quota di coloro che dichiarano performance negative (dal 20% al 13%). Le imprese che mostrano il maggiore rilancio economico sono quelle spagnole, ma anche le aziende del Belgio e quelle tedesche danno forti segnali di ripresa.
Il dato italiano è in linea con quello europeo: il 55% degli intervistati ha rilevato un effettivo miglioramento nella posizione economica della propria azienda nel corso del 2006, confermando le previsioni ottimistiche del 2005 (il 54% dei manager delle principali aziende nazionali si era detto fiducioso in un miglioramento). Tuttavia, nonostante il positivo andamento del business nel 2006, i manager italiani rimangono piuttosto cauti sul futuro: l’aspettativa per un ulteriore miglioramento della situazione economica è aumentata solo del 3% rispetto all’anno scorso.
Più in generale, in Europa, mentre nel 2005 il livello di fiducia nel futuro aveva subito un leggero calo, per il 2006 i manager si dichiarano più fiduciosi: i manager maggiormente ottimisti sono quelli olandesi (61%) e spagnoli (60%). La maglia nera del pessimismo resta invece ai manager francesi, anche se sono un po’ meno pessimisti rispetto all’anno scorso. Quest’anno, infatti, un 7% in più crede che il 2007 andrà meglio del 2006.
Rosee aspettative anche sul fronte occupazionale: risulta in aumento infatti il numero di dirigenti europei che prevede l’incremento della forza lavoro nella propria azienda nel 2007 (dal 26% al 33%) e viceversa diminuiscono quelli che prevedono una riduzione (dal 23% al 18%). Se Olanda e Spagna sono i Paesi dove si profila un maggiore incremento dell’occupazione (con una differenza tra assunzioni e licenziamenti rispettivamente pari al 27% e al 24%), sono Belgio e Germania a distinguersi maggiormente grazie al passaggio da un saldo assunzioni-licenziamenti del 2005 negativo a uno positivo (rispettivamente del 21% e del 10%).
In Italia, pur rimanendo un mercato del lavoro poco dinamico (la metà dei manager è convinta che il rapporto tra assunzioni e licenziamenti rimarrà invariato), le aziende sono uscite da un saldo assunzioni-licenziamenti negativo per la prima volta dal 2000, passando da -2% nel 2005 a 9% nel 2006.
fonte: msn.it