Ha un secolo di vita, olra il vecchio elettrodomestico si reinventa
Collegata alla Rete diventa globale, sintonizzandosi su migliaia di emittenti on line
Era sparita, ridotta a un piccolissimo chip, nascosta nei telefoni cellulari, nelle macchine fotografiche, nei computer. E invece la radio, intesa come oggetto, è tornata. Da qualche anno, complice il successo ottenuto da un modello in particolare, la Model One di Tivoli Audio, che ha dato il via ad un vero e proprio revival, la radio sta tornando ovunque con forza.
E per rispondere alla rivoluzione digitale, che la voleva completamente smaterializzata, ridotta ad un flusso di bit in grado di attraversare tutto il pianeta attraverso Internet, si è trasformata in un oggetto di design, in qualcosa che è bello mostrare e possedere, riconquistando l’aspetto “vintage” dell’era dorata della radio del secolo scorso. Oggi, con un ultimo balzo in avanti, la radio conquista il mondo, e collegandosi ad Internet diventa globale, in grado di farci ascoltare trasmissioni che partono da Milano o da New York, dal Brasile come dalla Russia, senza passare per un computer.
È ancora Tivoli Audio a proporre questa innovazione, con la nuova Network Radio, un modello in grado di ricevere le classiche stazioni ma anche di “sintonizzarsi” sulle migliaia di emittenti che trasmettono on line, così come di ricevere le trasmissioni in alta definizione e quelle digitali di nuova generazione. È la riscossa della radio, la risposta alle innovazioni della televisione, che hanno rivoluzionato il vecchio oggetto.
Il mondo della radio sta attraversando una fase di profondo rinnovamento, proprio grazie alle nuove tecnologie, e l’oggetto radiofonico è quello che sta subendo la trasformazione più importante. Negli anni Sessanta le radio a transistor avevano rivoluzionato il nostro modo di ascoltare la radio, con modelli portatili che consentivano l’ascolto fuori casa; negli anni Settanta l’avvento delle autoradio avevano portato l’ascolto in mobilità , con degli oggetti portatili completamente nuovi.
Dopo gli anni Ottanta, quando i grandi “ghetto blaster” avevano segnato l’ultima grande moda dell’oggetto radiofonico, le radio erano diventate via via sempre più piccole, soprattutto per l’avvento dei walkmam, che con le loro cuffie avevano portato l’ascolto della radio in una dimensione personale e privata. Il passaggio all’era digitale aveva poi smaterializzato la radio, che aveva perso la sua fisicità per diventare semplicemente una funzione in altri oggetti, nei telefoni cellulari e nei computer soprattutto, e l’avvento di Internet aveva dato, poi, il colpo finale alla vecchia radio.
Ora la “Networks Radio” di Tivoli, assieme a molte altre radio che sono arrivate sul mercato, come MusicPal di Freecom, Alto di Strawberry Multimedia, o lo Squeezebox, spinge la radio da tavolo in una nuova stagione: “Sono trent’anni che lavoro in questo ambito”, dice Tom De Vesto, l’inventore della Networks Radio, “e ho visto passare molte mode. So che la gente non ha mai abbandonato la radio, che quello che chiede è semplicità d’uso e qualità , chiede qualcosa che abbia un “feeling”, non solo un oggetto che suoni bene”. La nuova radio permette di collegarsi ad Internet senza fili, di poter ascoltare migliaia di stazioni. Il sogno della radio “globale”, che con una sola manopola ci permette di ascoltare suoni e voci da tutto il mondo, è insomma la realtà .
fonte: repubblica.it