Vigilia particolare per questa edizione numero 63 della Mostra
che apre i battenti domani per chiudersi il 9 settembre
I timori per la Festa di Roma rendono cruciale la presenza in Laguna dei divi
Craig dà forfait, arriva la Johansson. E poi i pezzi da novanta: Streep, Sting…
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VENEZIA – Il chi c’è e chi non c’è delle star, si sa, è un’attività di rigore, alla vigilia di un festival. Tanto più indispensabile qui sulla Laguna, a 24 ore dall’inizio della Mostra del cinema. In un’edizione diversa da tutte le altre, la prima dell’era post-monopolio: quella dell’addio all’unicità veneziana, nel panorama italiano, grazie al debutto (a metà ottobre) di una concorrente agguerrita come la Festa di Roma. E dunque, mai come adesso, lo sbarco massiccio dei divi al Lido, più che un piacevole diversivo, è questione di vita o di morte. Con tante conferme – da Scarlett Johansson a Sting, da Meryl Streep a Kenneth Branagh – e una defezione last minute: quella del neo-007 Daniel Craig.
Il biondo attore inglese dagli occhi di ghiaccio era atteso alla Mostra, dopodomani, al seguito di Infamous di Douglas McGrath, film d’apertura della sezione Orizzonti: lui interpreta uno degli assassini che hanno ispirato il capolavoro “A sangue freddo” di Truman Capote, attorno a cui ruota la pellicola. Ma le sue gesta le vedremo solo sul grande schermo, come informa la Warner Bros. Che però assicura la presenza di altri due interpreti: il meno conosciuto Toby Jones e soprattutto Sandra Bullock.
Primi sbarchi nelle prossime ore. Il più glamour è quello legato alla pellicola, attesissima, che inaugura questa Mostra numero 63: ovvero The Black Dhalia, tratta dal nerissimo romanzo di James Ellroy. Anche lui – una vera star, anche se del mondo letterario – è atteso al Lido, insieme al regista Brian De Palma e ai protagonisti: il biondo Aaron Eckhart, il bruno Josh Hartnett. E soprattutto lei, l’icona sexy-chic Scarlett Johansson. Certamente la più bersagliata dai fotografi, sia al suo arrivo sia domani sera alle 19, sul tappeto rosso di Palazzo del cinema, in occasione della cerimonia di apertura della Mostra.
Ed è solo l’inizio. Perché il giorno successivo, e cioè dopodomani, (31 agosto), dagli Usa sbarca un attore un po’ antidivo, ma amatissimo dal pubblico di tutto il mondo: parliamo di Adrien Brody (protagonista, fra i tanti film, di The pianist e di King Kong), che presenta il dramma noir Hollywoodland, sulla morte (vera) del Superman televisivo. Il giorno dopo, primo settembre, tocca a un regista che è anche una star: Oliver Stone, col suo acclamato World Trade center. Con lui l’interprete femminile, l’affascinante e intensa Maria Bello (History of violence, Thank you for smoking). Assente invece il grande protagonista, il divo Nicolas Cage: forfait annunciato da tempo, del resto.
Restando nell’ambito dei “registi-icona”, è attesissimo, qui al Lido, Spike Lee, col suo documentario-fiume (quattro ore) sull’uragano Katrina (primo settembre). Il giorno successivo, è il turno di un divo prestato alla regia, Ethan Hawke. Che non solo è una bel ragazzo, non solo è l’ex marito di Uma Thurman, ma è anche uno dei pochi attori che hanno qualcosa da dire: vedremo se la sua fatica dietro la macchina da presa, The Hottest State, sarà all’altezza delle aspettative. Quanto ai fotografi, saranno senza dubbio incantati dalla sua protagonista femminile: Catalina Sandino Moreno (Maria full of grace).
Così come a catalizzare l’attenzione mediatica sarà certamente una rockstar come Sting, che dovrebbe sbarcare (ma il condizionale è d’obbligo) il 3 settembre, con l’immancabile moglie Trudie Styler. Nella veste di produttore di A guide to recognizing your saints di Dito Montiel, di scene alla Settimana della critica. Ma la giornata è ricca anche d’altri incontri. Come quello col tenebroso Clive Owen (per Children of men di Alfonso Cuaron), o con la neodiva orientale Zhang Ziyi (per The Banquet di Feng Xiaogang), diventata a Hollywood con Memorie di una geisha.
Quanto alla seconda settimana della Mostra – la kermesse chiude i battenti il 9 settembre, con l’assegnazione del Leone d’oro da parte della giuria presieduta da Catherine Deneuve – sul fronte divistico è forse ancora più vivace. Nei giorni da lunedì 4 settembre al gran finale, infatti, sbarcano, in ordine sparso, la coppia (cinematografica) Rachel Weisz e Hugh Jackman, protagonisti di The Fountain di Darren Aronofsky; Christian Slater e la stellina dei tabloid Usa Linsday Lohan per Bobby (sull’uccisione di Robert Kennedy); Jeremy Irons e Laura Dern, per Inland Empire di David Lynch; la grande Meryl Streep, al seguito del graffiante-modaiolo The Devil wears Prada. E ancora merita una citazione Kenneth Branagh, protagonista di una serata-evento al teatro La Fenice, col suo mozartiano The Magic Flute.
E gli italiani? Con Isabella Ferrari madrina delle serate d’apertura e chiusura (una delle poche star già presenti qui al Lido), e Michele Placido membro della giuria principale, sono attesi, tra gli altri, Sergio Castellitto (La stella che non c’è di Gianni Amelio, in concorso); il cast paratelevisivo – Luca Zingaretti, Giorgio Tirabassi, Paola Cortellesi – di Non prendere impegni stasera di Gianluca Tavarelli, di scena nella sezione Orizzonti; e quello, più sofisticato, di Quijote, debutto alla regia dell’artista concettuale Mimmo Paladino (sempre a Orizzonti): con lui Lucio Dalla, Remo Girone, Beppe Servillo degli Avion Travel, Alessandro Bergonzoni… E scusate se è poco.
fonte: repubblica.it – Claudia Morgoglione – 29/08/06